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Jean Blanchaert – Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla montagna di rose!

  • lug 23 / 2013
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Jean Blanchaert – Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla montagna di rose!

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Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla montagna di rose!

Jean Blanchaert

di Jean Blanchaert

In ebraico Michal vuol dire chi è pari a Dio? In tedesco Rosenberger significa colui che viene dalla montagna di rose. Chi se non un’artista che si chiama Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla Montagna di Rose poteva dedicare il suo lavoro all’anima? Sono moltissime le circostanze che hanno portato tale artista a concentrarsi su questo tema. Se vivessimo nelle immense praterie degli indiani d’America, sentiremmo chiamare Michal Rosenberger proprio in questo modo. Aquila Rossa direbbe a Grande Arco: “Hai visto passare Alzata con Pugno?”

“No – risponderebbe Grande Arco -ma Orso Bianco e Cavallo Pazzo mi hanno detto che è partita con Oratore delle Pianure e con Nuvola Grigia per andare a incontrare Schiena di Cavallo che si trova da Toro Seduto Jr. e da Balla coi Lupi nei territori del nord. Forse si sarebbe unita a loro anche Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla montagna di rose”. “Ti riferisci a Caviglie Sottili?” – ribatterebbe Aquila Rossa. “Sì, certo, Caviglie Sottili, ma questo è il sopranome! Il suo vero nome, e ci tiene molto, è Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla Montagna di Rose”- concluderebbe Grande Arco.

Lasciamo le montagne e le praterie dei valorosi Apache, Sioux e Cheyenne e torniamo nel Mare Mediterraneo di cui Michal Rosenberger è giovane ma antica interprete. Nel vino e nel’aceto l’anima si nota e sta in fondo alla bottiglia, nelle persone è come nella musica, l’anima c’è ma non si vede. Michal Rosenberger l’ha immaginata e l’ha creata quest’anima umana, pensando all’Altissimo. Egli, pur non avendo forma, ha comunque influenzato l’artista che ha creato una figura di terra, di creta, di fango compattato. Il magico tocco finale, il soffio che rende vive le persone anche internamente, Dio lo dette nell’Eden, la Rosenberger lo dà in fornace. E’ un vento vitale, una risposta all’immortale esercito di terracotta, Xi’an. Ottomila soldati proteggono l’imperatore Qien Shi Huang durante il suo viaggio nell’Aldilà, nel 221 prima dell’Era Corrente. Le anime corporee della Rosenberger, molto simili fra loro, sono tutte diverse. Hanno la bocca aperta perché comunicano con il canto, un canto che è suono, un inno sacro alla vita, comprensibile agli uomini di tutte le religioni e di tutte le lingue. Il vero idioma Esperanto non ha parole, è pura musica. E se ben guardiamo queste dolci anime umane- non umane, potrebbero rappresentare anche gli abitanti di ogni pianeta del sistema solare e forse, chissà, pure gli esseri degli altri mondi.

Quando l’artista ha una bella intuizione, quando gli riesce di tradurre un’idea in immagini, quando queste immagini sono degne di copyright quasi fossero un’ invenzione, a volte, è bene che detto artista continui per la strada intrapresa, senza cambiarla. La cifra stilistica della Rosenberger è quella sorta di kouros-anima che ha creato. Anche se ripetesse quest’immagine all’infinito sarebbe sempre nuova. C’è un tipo di arte che ha bisogno della cocciutaggine per rimanere sur place. Se Giorgio Morandi fosse passato dalle bottiglie ad altro, non sarebbe diventato Giorgio Morandi.

Se Eric Satie si fosse vergognato di riproporre ossessivamente le sue nenie occidentali, non sarebbe divenuto immortale. Michal Rosenberger che appartiene alla medesima categoria di artisti ha avuto l’intelligenza di capire che il corpo-anima da lei creato era un’idea preziosa, una novità piena di significati, un pozzo di petrolio da non chiudere. Semmai, avrebbe potuto applicarsi a delle variazioni sul tema. Una di queste variazioni è quella dei Rotoli di Preghiera (Praying Wheels) come li chiama l’artista. Sono all’apparenza delle urne cinerarie con volti che emergono ad alto rilievo. A noi sembravano i volti delle anime di chi una vita l’ha già vissuta. Pensavamo contenessero delle ceneri.

Michal Rosenberger ci ha spiegato, a proposito del suo lavoro chiamato bozzoli che potrebbe invece trattarsi dei visi di esseri che nasceranno, bozzoli appunto di persone in divenire. La Rosenberger col suo lavoro dà delle suggestioni, pone delle domande. Ognuno
interpreti e risponda come crede. Una musica malinconica a qualcuno può apparire allegra. Una giornata di pioggia può essere fonte di
serenità. L’opera della Rosenberger non è una dichiarazione dei redditi. E’ misteriosa, suscettibile delle interpretazioni più diverse. I cosiddetti Rotoli di Preghiera (Praying Wheels) sono studiati per essere appesi al muro. Chiunque li guardi, penserà alla vita, passata, presente o futura e verrà attratto nel percorso tracciato da Michal Rosenberger. Chi è pari a Dio? Colui che viene dalla Montagna di Rose!

Jean Blanchaert

 

english text

Who is like God? The one that comes from the mountain of roses!

Jean Blanchaert

by Jean Blanchaert

In Hebrew Michal means, Who is like God?. Rosenberger in German means The one who comes from the mountain of roses. Who, if not an artist named Who is like God?, The one who comes from the Mountain of Roses could dedicate her work to the soul? There are many circumstances that led the artist to focus on this issue. If we lived in the immense grasslands of the American Indians, we could have heard calling Michal Rosenberger just this way: Red Eagle says to Big Arch: “Did you see Lift Fist?” “No”- could have been the answer- “but I was told by White Bear and Crazy Horse that she left with Speaker of the Plains and Grey Cloud to encounter Horse’s Back who went to meet Sitting Bull JR. and Dances with Wolves in the Northern Territory. Perhaps Who is like God?, The one who comes from the Mountain of Roses would join them too.” “You mean Thin Ankles?” – Argues Red Eagle. “Yes, of course, Thin Ankles, but this is her nickname! Her real name, and is very keen, is Who is like God?, The one who comes from the Mountain of Roses!”- Big Arch ends.

Let go of the mountains and prairies of the brave Apache, Sioux and Cheyenne and get back to the Mediterranean Sea where Michal Rosenberger is young but old interpreter. In wine and in vinegar the soul might be seen at the bottom of the bottle. In people as in music, the soul is there but not seen. Michal Rosenberger has imagined and created it, thinking about the Mighty. He who does not
have a form, influenced the artist who created a figure of earth, clay and compacted mud. The magical final touch, the breath that makes people live on their inside. God gave it in Eden, Rosenberger gives it in a furnace. It’s a wind of vitality, an answer to the immortal.

Terracotta Army, Xi’an. Eight thousand soldiers protect Qien Emperor Shi Huang during his journey in the afterlife, in the year 221 before the current era. The Rosenberger’s souls-bodies, very similar to each other, are all different. They have their mouths open because they communicate in song, a song which is sound, a hymn to life, understandable to people of all religions and all languages. The real Esperanto has no words, is pure music.
If we look at these sweet souls of human-non-human bodies, they may also represent the inhabitants of each planet in the solar system and maybe, who knows, creatures of other worlds.

When the artist has a good intuition, when he is able to translate ideas into images when these images are worthy of copyright as an “invention”, it is sometimes a good sign for the artist to continue the road taken, without changing it. The stylistic figure of Rosenberger is a sort of kouros-soul that she created. Even if this image would be repeated ad infinitum, it will always be new. There is a kind of art that needs to remain stubborn sur place. If Giorgio Morandi would have changed from the bottles to something else, he would not have become Giorgio Morandi.

If Eric Satie was ashamed to repeat obsessively its western dirges, he would not have become immortal.
Michal Rosenberger belongs to the same category of artists. She has had the intelligence to understand that the body – soul she created was a valuable idea, full of new meanings, an oil well which should not cease. If anything, she could apply to some variations on the theme.One of these variations is Praying Wheels, as the artist calls them. They are apparently ash urns with faces that emerge in high relief. To us they look like the faces of the souls of those who have already lived a life.

Michal Rosenberger explained us talking about her work called Coccons that they might be the faces of beings to be born, cocoons in
process to become persons. Rosenberger with her work gives suggestions, asks questions. Each interprets and responds as he wishes. A melancholy music to someone can appear cheerful. A rainy day can be a source of serenity. The work of Rosenberger is not an annual tax declaration. It is mysterious, more susceptible to different interpretations. The so-called Praying Wheels are designed to be hung on the wall. Anyone looking at them, will think about past, present or future life and will be attracted by the path traced by Michal Rosenberger. Who is like God? The one who comes from the Mountain of Roses!

Jean Blanchaert

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